La giornata mondiale dei nonni e degli anziani

La quarta domenica di luglio, a partire dal 2021, è diventata la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che permette di celebrare il dono della vecchiaia e di ricordare coloro che, prima di noi e per noi, custodiscono e tramandano la vita e la fede. Nel pensiero del papa gli anziani e i nonni sono la nostra memoria, le radici dei popoli, un tesoro da custodire, un vero e proprio “dono” la cui ricchezza spesso dimentichiamo. «La vecchiaia è un dono e i nonni sono l’anello di congiunzione con i giovani», ha detto papa Francesco. «Per questa ragione, ho deciso di istituire la ”Giornata mondiale dei nonni e degli anziani”, la quarta domenica di luglio, in prossimità della Festa dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù». 

La qualità di una società

Quello dei Santi Gioacchino e Anna, che la Chiesa celebra il 26 luglio, rappresenta una forte testimonianza e un richiamo a riflettere sulla figura dei genitori e dell’essere nonni oggi, in questo secolo incerto e bisognoso di punti di riferimento. Lo ricordava già Benedetto XVI nel 2012: «La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune». I nonni sono come alberi che continuano a portare frutto: pur sotto il peso degli anni, possono dare il loro contributo originale per una società ricca di valori e per l’affermazione della cultura della vita.

Parole di saggezza

«È importante l’incontro tra nonni e nipoti –  ha detto ancora papa Francesco – perché i nonni davanti a loro sogneranno e i giovani prendendo forza dai nonni andranno avanti. Lo Spirito Santo ancora oggi suscita negli anziani pensieri e parole di saggezza: la loro voce è preziosa perché canta le lodi di Dio e custodisce le radici dei popoli. Essi ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le diverse generazioni, per trasmettere ai giovani l’esperienza di vita e di fede… Non manchi un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, patrimonio incomparabile delle nostre comunità (…) Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani che danno memoria all’umanità».                             

SANTI GIOACCHINO E ANNAI NONNI DI GESU’

I genitori di Maria di Nazaret fanno pensare alla bellezza dei legami familiari ai tempi di Gesù, quando gli anziani erano onorati. Gioacchino significa “Dio rende forti” e Anna “Grazia”. Di lui, nei vangeli apocrifi, si parla come di un uomo ricco e pio della stirpe di Davide; lei era la zia di Elisabetta, la mamma di Giovanni Battista. Rimasti senza figli, un angelo li avvisò che avrebbero generato Maria, “la prediletta del Signore”. Maria crebbe nell’amore di papà e mamma, venne presentata al Tempio e consacrata a Dio. Di lui non si conosce altro, mentre di Anna si sa che sarebbe vissuta fino a 80 anni.  L’immagine qui raffigurata (meglio conosciuta come Incontro alla Porta Aurea), fu dipinta da Giotto (1303-1305) all’interno della Cappella degli Scrovegni, a Padova e mostra il tenero momento del bacio fra i due anziani: le dita di Anna premono sulla nuca del suo sposo mentre l’altra mano gli accarezza teneramente il viso. Questo è uno dei baci d’amore più straordinari mai realizzati prima.

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